La Mindfulness nella Psicoterapia
La mindfulness, nell’ambito della psicologia clinica, è una tecnica che arricchisce la psicoterapia. L’introduzione della mindfulness nel panorama degli interventi finalizzati alla crescita personale e alla terapia ha permesso di facilitare e potenziare ulteriormente i benefici del trattamento psicoterapeutico e di favorire ancora di più il mantenimento dei risultati e del benessere raggiunto.
Le origini della mindfulness: la tradizione buddista
La dottrina e la pratica meditativa buddista costituiscono probabilmente la tradizione che più di tutte incarna ed esplicita il tema della consapevolezza. Gli insegnamenti buddisti, che vanno sotto il nome di Dharma, indicano i fattori mentali che consentono all’individuo di cogliere l’essenza e la natura di ciascuna esperienza, di purificare i sensi in modo da rilevare “il vero aspetto di tutti i fenomeni (che) può essere colto solo tra Budda”” (Il Sutra del Loto, cap. Espedienti. scritto tra il I e II sec. D.C). Nel Buddismo Mahayana di Nichiren Daishonin (1222-1282) col termine Budda si fa riferimento alla condizione mentale “illuminata” insita in ogni essere umano. Nella condizione di Buddità l’attenzione, la consapevolezza, la fiducia, la compassione, l’aspirazione, la discriminazione, che permettono di esperire la Felicità Assoluta (Cos’è la Felicità, Daisaku Ikeda. Esperia, 2016) cioè indipendente dalle circostanze transitorie della vita, emergono e prendono il posto dell’oscurità o ignoranza fondamentale responsabili di una visione distorta delle cose, che genera sofferenza.
Mindfulness originariamente traduce il termine sanscrito sati, di grande ampiezza semantica e difficilmente traducibile con una sola parola. Sati è memoria del presente e presenza mentale, è conoscenza di ciò che accade in campo fenomenologico (Bodhi, 2011). Sati, nella tradizione buddista, è una facoltà che occorre coltivare per giungere alla riduzione delle sofferenze umane, che sono considerate connesse ad una percezione erronea di un io individuale permanente. Superare questa illusione tramite la meditazione permette il raggiungimento di un equilibrio emozionale e di un benessere psicologico duraturi.
Per raggiungere tale fine, la tradizione buddista non raccomanda quindi un cambiamento della realtà esterna, quanto piuttosto un mutamento dell’individuo stesso a livello cognitivo ed emotivo, per correggere gli errori che la mente umana commette di frequente quando non sia stata allenata e disciplinata (Gethin, 2001). Il monaco Buddista Nichiren Daishonin afferma: Non pensare mai che qualcuno degli ottantamila sacri insegnamenti di Shakyamuni o qualcuno dei Budda e bodhisattva delle tre esistenze e delle dieci direzioni sia al di fuori di te. La pratica degli insegnamenti buddisti non ti solleverà affatto dalle sofferenze di nascita e morte a meno che tu non percepisca la vera natura della tua vita (Raccolta degli scritti di N.Daiscionin, Vol.1. Istituto Buddista Italiano Soka). La via è dunque prima di tutto pratica, fondata su una capacità innata, ma coltivata con disciplina giorno dopo giorno, come riportato negli insegnamenti di Buddha (Gnoli, 2001).
L’arrivo della mindfulness in Occidente: il lavoro di Kabat-Zinn
Gran parte delle idee, delle pratiche e degli interventi che oggi vanno sotto il nome di mindfulness sono il frutto di un percorso iniziato con gli studi pionieristici di Jon Kabat-Zinn, un biologo e professore della School of Medicine dell’Università del Massachussets che, a partire dal 1979, ha sviluppato un protocollo per introdurre la meditazione di consapevolezza come intervento in contesti clinici.
Era convinzione di Kabat-Zinn, infatti, che la pratica di meditazione avesse il potere di trasformare in modo duraturo l’esperienza individuale della sofferenza e dello stress, offrendo un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi che sono profondamente radicate nella cultura occidentale. L’orizzonte teorico in cui è indispensabile inquadrare le intuizioni e le ricerche di Kabat-Zinn, la messa a punto del programma MBSR e la fondazione della Clinica dello stress è quello della medicina mente-corpo. La relazione tra la mente e il corpo, tra i pensieri e la salute, costituisce una premessa fondamentale per comprendere la natura e lo scopo di questo programma.
Presso la Stress Reduction Clinic [Università del Massachusetts] la Mindfulness fu inizialmente utilizzata per il trattamento del dolore cronico oltre che per la gestione dello stress. Da allora, decine di migliaia di persone hanno beneficiato di questa tecnica meditativa, oggi riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale quale procedura terapeutica efficace per il trattamento di varie problematiche.
La pratica mindfulness è anche detta meditazione di consapevolezza.
Per consapevolezza mindfulness si intende la capacità di vivere appieno il momento presente, senza essere sviati da pensieri o emozioni sgradevoli e disturbanti, come spesso accade quando si è preoccupati o quando si ha una visione negativa di una situazione. Sviluppare la consapevolezza mindfulness significa indirizzare la propria vita e le proprie energie nella direzione voluta, verso scopi significativi, senza lasciarsi distrarre da elementi di disturbo, come pensieri negativi ed emozioni sgradevoli. Una delle esperienze maggiormente significative della pratica degli esercizi mindfulness è la constatazione che pensieri ed affetti negativi sono transitori e che riconoscerne la presenza senza giudicarli (e senza giudicarsi), ma semplicemente osservandoli, permette di essere più liberi e di accrescere il senso di benessere. Per usare una metafora che ben illustra le caratteristiche dell’osservazione che caratterizza gli esercizi mindfulness si può fare riferimento all’osservazione delle nuvole nel cielo che, per quanto possano apparire grandi e minacciose, sono passeggere e non ci appesantiscono.
L’efficacia della mindfulness: studi e ricerche
Nel corso degli anni studi sempre più numerosi hanno dimostrato che, quando la mindfulness è inserita in opportuni protocolli di intervento terapeutico, permette di superare condizioni psicologiche difficili e contribuisce ad aumentare l’efficacia del trattamento della depressione e a consolidare i risultati ottenuti con la psicoterapia.
Inoltre, i risultati delle più recenti ricerche di neuroimaging cerebrale suggeriscono che la pratica mindfulness favorisce cambiamenti dell’attività cerebrale che permettono una migliore integrazione emozionale, che è un importante fattore del benessere psicologico.
Psicoterapia e applicazione della mindfulness
La mindfulness fa parte di un ampio ventaglio di tecniche e di procedure utilizzate in psicoterapia e può arricchire efficacemente il trattamento della depressione, delle problematiche d’ansia, tra cui il disturbo da attacchi di panico, il disturbo ossessivo compulsivo, le fobie, lo stress, i disturbi alimentari, i disturbi di personalità, in particolare il disturbo di personalità borderline.
Perché la mindfulness funziona?
E’ una capacità regolatoria: permette di gestire con efficienza l’attenzione, le emozioni e i pensieri. Questo a sua volta provoca una riduzione dello stress e dell’ansia, un miglioramento dell’umore e la capacità di cambiare alcuni modi automatici di reagire
Come cambia il cervello con la mindfulness?
Alcuni studi hanno mostrato che praticando Mindfulness l’amigdala, sede nel nostro cervello della risposta “attacca o fuggi” e delle emozioni di paura e ansia, diminuisce di volume. E non solo: le connessioni funzionali tra amigdala e corteccia pre-frontale si indeboliscono.
Bibliografia
Il Sutra del Loto, cap. Espedienti. scritto tra il I e II sec. D.C
Raccolta degli scritti di N.Daiscionin, Vol.1. Istituto Buddista Italiano Soka)
Cos’è la Felicità, Daisaku Ikeda. Esperia, 2016
Aringolo K., Corelli L., Monaldo I. (2012), Le fiabe per…affrontare la rabbia.Un aiuto per grandi e piccini, Le Comete Franco Angeli, Milano
Aringolo K., Corelli L., Monaldo I. (2011), Le fiabe per…affrontare ansie e paure.Un aiuto per grandi e piccini, Le Comete Franco Angeli, Milano
Amaro A. (2011), Piccola barca, grande montagna, Santacittarama, FrassoSabino.
Baer R. A. (a cura di) (2012), Come funziona la mindfulness, Raffaello Cortina Editore, Milano.
Barillà D. (1992), Educhiamo i nostri figli con creatività, San Paolo Edizioni, Milano.
Benjamin L. S. (2003), Interpersonal reconstructive therapy. Promoting change in nonresponders, Guilford, New York.